Comune di Brescello
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Cenni storici
"Quando le campagne brescellesi, a ridosso del Po e dell'Enza, erano molto al di sotto della quota attuale, anche l'alveo di questo affluente era notevolmente più basso ed incassato nel suolo. Conseguentemente, essendo allora maggiore la pendenza del getto, i detriti dell'Appennino arrivavano più facilmente in questa zona misti a "ghiaia" o "ghiaietto", mentre attualmente, per la minore pendenza, arriva soltanto sabbia e fanghiglia.
La presenza di questa ghiaietta nelle campagne presso la foce dell'Enza, spiega ovviamente l'origine del nome "Ghiarole" dato alla villa. (...).
All'inizio dell'autunno 1747, in seguito alla notevole piena dell'Enza la "Ghiarola delli Pazzaglia" (così denominata in virtù della proprietà ceduta a Michele Pazzaglia, ndr.) era rimasta sommersa, e fu tale la corrosione del torrente che varie famiglie demolirono le loro case per non vederle spazzate via col terreno circostante. Era così cominciate quell'opera di erosione che più tardi determinò il secondo taglio dell'Enza proposto dal Lecchi. Per facilitare gli abitanti le comunicazioni col capoluogo e coi paesi vicini, il comune nel 1823 fece costruire il ponte in muratura sul canale del Mulino Cases, lungo la strada che da Brescello va a Ghiarole e, dopo il passo della "barchetta", prosegue per Mezzani e Colorno.
Le migliori condizioni economiche ed ambientali favorirono l'incremento della popolazione del luogo cosicchè all'inizio del 1900, fu istituita una scuola elementare statale con le prime tre classi, accanto all'asilo infantile parrocchiale attivato nello stesso periodo. In questi ultimi decenni, col ridursi delle opportunità offerte dall'agricoltura rispetto al settore dei servizi, la popolazione, che nel 1928 risultava di 899 residenti, è ridotta ora a circa 380 unità. Ne conseguiva la chiusura dell'asilo e la soppressione nel 1977 della scuola elementare, con l'avvio dei pochi scolari rimasti alla sede del capoluogo.
Resta attiva la chiesa, un piccolo santuario dedicato alla Beate Vergine di Caravaggio, affidato alla cura della Parrocchia di Brescello per le celebrazioni festive. Secondo la tradizione, tale opera sarebbe sorta grazie alla pietà di un signore veneziano, nei primi anni del '400, quando Brescello era sotto il dominio della Serenisssima di S. Marco. Il pio uomo, scampato ad un grave evento in questa località, avrebbe sciolto il voto fatto al momento del pericolo, erigendo una cappelletta nel luogo dove poi crebbe il santuario. In seguito l'edificio fu ampliato e abbellito, e nel 1700 era già diventato un vero e proprio oratorio, con un cappellano stabile per la Messa e le altre funzioni di culto.
(...) Nel 1846 si deliberò di erigere il campanile dell'Oratorio con offerte dei devoti, e ne fu chiesto il preventivo nulla-osta al Comando Militare della Piazza di Brescello. Il comandante, capitano Giuseppe Casoni, in data 15 aprile, rispose favorevolmente, previa obbligazione scritta di atterrare lo stesso manufatto qualora fosse richiesto da superiori esigenze militari. Quasi nello stesso tempo la chiesa fi riccamente dipinta a damaschi nelle pareti e stuccata a lucido nelle lasene e nei rosoni della volta. Successivamente fi dotata di organo, di un altare di marmo nonchè della distinta ancona nell'abside proveniente dall'Oratorio di San Giuseppe di Brescello."
Non esistendo, per largo raggio della zona, altro santuario, non solo i Brescellesi ma anche le popolazioni dei paesi vicini espressero una devozione particolare per quello di Ghiarole. (...) Il sacro edificio, passato nel 1870 all'amministrazione della fabbriceria parrocchiale di Brescello, fu oggetto di notevoli lavori murari; ma con l'alluvione del 1951 subì ancora rilevanti danni. Fu tuttavia decorosamente restaurato subito dopo, come pure l'attiguo asilo, a cura dell'Associazione Industriali di Reggio Emilia.
Fonte: MORI ANSELMO, Brescello nei suoi ventisei secoli di storia, a cura di FERNANDO MENOZZI, Brescello, Tipolitografia Valpadana 1956, 2001