Decreto "Cura Italia": misure economiche

Decreto "Cura Italia": le prime misure economiche e sociali del Governo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus
Data:

17/03/2020

Descrizione

LE PRIME MISURE ECONOMICHE E SOCIALI DEL GOVERNO PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA CORONAVIRUS

Aiuti alle famiglie con figli
I lavoratori dipendenti con figli di età non superiore a 12 anni potranno usufruire di un massimo di 15 giorni di congedo dal lavoro con un’indennità pari al 50 per cento della loro retribuzione normale (il congedo non può essere sfruttato se uno dei due genitori si trova a casa, per sospensione del suo lavoro o perché non lavoratore). Anche alcuni lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’INPS potranno richiedere il congedo. In alternativa, i genitori potranno richiedere un bonus massimo di 600 euro per acquistare servizi di baby-sitting. Questo bonus potrà essere richiesto anche da lavoratori autonomi iscritti a casse di previdenza diverse dall’INPS. I bonus andranno richiesti con moduli online che saranno messi a disposizione sul sito dell’INPS nei prossimi giorni.

Quarantena
I lavoratori che si trovano in quarantena con sorveglianza attiva, quindi in ospedale, e quelli che si trovano in quarantena domiciliare sono equiparati da tutti i punti di vista ai lavoratori che si trovano in malattia, anche se non hanno manifestato sintomi.

Indennità da 600 euro
I lavoratori autonomi, le partite IVA, i co.co.co, i lavoratori agricoli, gli stagionali impegnati nel settore turistico e termale e i lavoratori dello spettacolo non dipendenti avranno diritto a un’indennità pari a 600 euro per il mese di marzo (e si parla di un secondo assegno ad aprile se la quarantena sarà prorogata). L’assegno sarà richiesto e pagato dall’INPS in modalità che saranno comunicate nei prossimi giorni. Per i lavoratori autonomi iscritti a casse previdenziali diverse dall’INPS (come giornalisti, ingegneri e architetti) saranno i loro istituti di previdenza a decidere eventuali indennità.

Sospensione dei contributi e dei pagamenti
Il pagamento delle ritenute d’acconto dei contributi previdenziali e assistenziali e delle assicurazioni obbligatorie, sia da parte di lavoratori che da parte delle imprese (a patto che nel precedente anno fiscale abbiano avuto ricavi inferiori a 2 milioni di euro), è sospeso fino al 31 maggio, quando potranno essere saldati in un’unica soluzione oppure in cinque rate.

Sospensione licenziamenti
I licenziamenti sono sospesi per i 60 giorni successivi all’entrata in vigore del decreto.

Premio per il lavoro in sede
I lavoratori che si sono recati nella sede della propria impresa per lavorare hanno diritto a un bonus pari a un massimo di 100 euro (da rapportare alla giornate effettivamente trascorse nel luogo di lavoro sul totale delle giornate lavorative del mese di marzo).

Lavoro agile per disabili
Il decreto stabilisce che le imprese devono dare la «priorità» alla concessione di lavoro agile ai dipendenti disabili o affetti da gravi patologie. Il lavoro agile, inoltre, non può essere rifiutato ai dipendenti che hanno parenti a carico ospitati in strutture per disabili chiuse in seguito alla pandemia.

Sospensione del mutuo prima casa
Lavoratori dipendenti e autonomi possono chiedere la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per nove mesi in presenza di determinate condizioni: perdita del lavoro per i lavoratori subordinati e parasubordinati, cassa integrazione di almeno 30 giorni o riduzione di almeno il 33 per cento di fatturato per i lavoratori autonomi. La sospensione delle rate va richiesta direttamente all’intermediario finanziario che ha erogato il mutuo.

Aiuti alle imprese
Lo stato offrirà nuove garanzie pubbliche sui prestiti richiesti dalle imprese in difficoltà ed espanderà i sistemi di garanzia già esistenti. Ogni singola impresa potrà ricevere fino a 5 milioni di euro in garanzie del Fondo di garanzie per le piccole e medie imprese. Sarà possibile anche ottenere garanzie dirette su singole operazioni di rifinanziamento. Ogni impresa avrà diritto a una copertura pari all’80 per cento per ogni operazione fino a un massimo di 1,5 milioni per impresa. Altre misure specifiche sono state prese per i settori più colpiti dalla crisi (come turismo, ristorazione, sport, logistica e trasporti).

Cassa integrazione
Con il decreto la tutela fornita alle aziende e ai lavoratori dalle varie forme di cassa integrazione viene estesa e semplificata. Le aziende che si trovano a operare a regime ridotto a causa della pandemia potranno fare richiesta di cassa integrazione ordinaria semplicemente presentando una normale domanda per l’apertura della procedura, e inserendo nella causale “COVID-19”. Le aziende che non possono ottenere la cassa integrazione ordinaria, in particolare quelle con meno di cinque dipendenti e le ditte individuali, potranno fare richiesta di cassa integrazione in deroga. In sostanza, lo Stato pagherà parzialmente gli stipendi dei dipendenti.

Ultimo aggiornamento

Ultimo aggiornamento: 27/11/2023 15:00

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