Descrizione
Il campanile dell'Oratorio Lateranense di Lentigione
di Giovanni Santelli
L'Oratorio Lateranense, che sorge in Via Imperiale Inferiore, a mezzo chilometro dalla piazza di Lentigione, è uno dei tesori misconosciuti della nostra Unità Pastorale. Le sue origine si perdono nella notte dei tempi, infatti fu, forse per secoli, l'oratorio privato dei conti Soliani Raschini. La chiesetta divenne, poi, proprietà della famiglia Bacchi Mellini che vi tumulò i propri defunti. Con testamento del 16 gennaio 1911, Abele Bacchi Mellini dispose che tutte le rendite dei suoi beni, tra cui l'oratorio, dopo la morte della moglie e dei nipoti venissero in eterno erogate in beneficenza ai poveri più bisognosi di Lentigione. Nel lascito erano compresi i terreni su cui oggi sorge il quartiere nuovo del paese, la cosiddetta lottizzazione ECA.
A seguito di un accurato restauro, che l'aveva rinnovato quasi completamente, e della insistente richiesta della Sig.ra Giulia Morelli, moglie del proprietario, don Alberto Cantarelli, Parroco di Lentigione, chiese al Vescovo di Guastalla, mons. Agostino Cattaneo l'autorizzazione per riaprire al culto l'oratorio, autorizzazione che fu concessa il 29 maggio 1920.
La benedizione dell'oratorio, tuttavia, avvenne molti anni dopo, l'ultima domenica d'ottobre del 1933, e fu impartita da don Amedeo Massari, che, quello stesso anno, era subentrato a don Cantarelli. Ed è a don Massari che dobbiamo le poche notizie storiche sull'oratorio: "I conti Soliani Raschini ... ottennero nel 1750 da papa Benedetto XIV tutti i privilegi e le indulgenze concesse dai Sommi Pontefici alla arcibasilica di S. Giovanni in Laterano. Non esistendo alcun documento, all'infuori di due tabelle in cui sono segnate le Indulgenze concesse, esposi la cosa a mons. Vescovo, il quale interrogò in merito la S. Congregazione. La Congregazione rispose che queste indulgenze si concedevano soltanto per venti anni, e chiese se esistevano documenti. Si disse esistere una lapide sulla facciata dell'oratorio che porta scritto: SACRO-SANCTA BASILICA [stemma di papa Benedetto XIV] LATERANENSIS - INDULGENZA PLENARIA PERPETUA. In base a questa lapide, la Congregazione rispose doversi ritener valide e perpetue le indulgenze concesse. È un vero tesoro spirituale che possiede la parrocchia..."
La "Siora Giulia", come era rispettosamente chiamata in paese, fece murare, all'interno dell'oratorio, quattro lapidi, per rendere convenientemente edotti i posteri sulle ultime volontà sue e di suo marito. Nella più grande sono sintetizzate le condizioni del lascito e si conclude con queste parole che ben chiariscono il suo pensiero: "... Morelli Giulia per rendere consapevoli i posteri fece trascrivere su questo marmo quanto sopra."
In una seconda lapide viene precisato che custode dell'Oratorio sarà il campanaro della Parrocchiale. A questo fine viene donata una casa alla parrocchia che la darà in uso gratuito al campanaro, per compensarlo degli obblighi indicati, dettagliatamente, a suo carico in una terza lapide. L'ultima, infine, porta il programma della festa annuale che deve essere tenuta nell'oratorio, oltre al numero annuale delle messe di suffragio che devono esservi celebrate per i defunti della famiglia Bacchi Mellini.
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Per saperne di più:
- articolo dell'Associazione Accademia di Studi Storici BRIG di Brescello, scaricabile qui
- Tourer.it: https://www.tourer.it/scheda?oratorio-bacchi-mellini-lentigione-brescello